20/08/2025 strategic-culture.su  7min 🇮🇹 #287883

Abecedario per truffatori di finanza quantistica

Lorenzo Maria Pacini

Queste piccole nozioni di manipolazione e guerra cognitiva sono solo alcune delle numerose tecniche usate da questi narratori di un sedicente "nuovo mondo finanziario" che, di nuovo, non ha niente.

Poche parole d'ordine, ma molto chiare

Il variegato mondo dei cantastorie della finanza quantistica, QFS ed altre amenità affini, segue precise dinamiche che sono annoverate nella casistica della manipolazione comunicativa da manuale. La narrativa dei seguaci del settarismo di Qanon è il migliore esempio. Cerchiamo di esplorarne alcuni dettagli.

La narrazione del Quantum Financial System, direttamente collegata alla narrazione Gesara-Nesara, segue anzitutto una Linea di operazioni (Lines of Operation - LOO), ovvero un tema centrale che fa da guida a tutta la costruzione narrativa. Il focus, in questo caso, è sulla presenza di una verità oracolare che viene proposta come detenuta da qualche eletto, creando una contrapposizione fra élite e massa, una dicotomia che è fondamentale per montare la struttura sociale.

Le LOO sono i "filoni operativi" o direttrici principali attraverso cui si sviluppa e coordina l'azione strategica per influenzare, plasmare o degradare il processo decisionale e le percezioni di un bersaglio, sono vie logiche che collegano un punto di partenza a un obiettivo strategico passando per tappe intermedie. Nel contesto cognitivo, non si parla di movimento fisico di truppe, ma di progressione di messaggi, narrazioni, e interventi psicologici.

Nel cognitive warfare, le LOO servono per segmentare lo sforzo, mantenere coerenza narrativa e sincronizzare le risorse messe in gioco.

Un'operazione cognitiva complessa potrebbe avere linee operative come:

Line 1 - Disinformazione e framing narrativo: creazione e diffusione di messaggi che distorcono la realtà o creano sfiducia.

Line 2 - Amplificazione sociale: uso coordinato di social media, botnet e account influenti per far diventare virali determinate narrazioni.

Line 3 - Infiltrazione nei nodi decisionali: influenzare decisori politici, giornalisti o leader di opinione con pressioni, incentivi o ricatti.

Line 4 - Disgregazione identitaria: spingere fratture culturali, etniche o ideologiche interne a una comunità.

Line 5 - Saturazione informativa: inondare lo spazio informativo di rumore e contraddizioni, generando paralisi cognitiva.

Queste linee non sono indipendente, bensì sono intrecciate e si rinforzano a vicenda, come in una sinfonia di messaggi, simboli e azioni. L'idea è che il bersaglio non percepisca l'operazione come un attacco, ma come una realtà "naturale" e inevitabile.

Dunque, occorre definire i profili psicologici. Lo psychological assesment è la fase o l'insieme di attività dedicate a valutare in profondità le cartatteriastiche psicologiche, cognitive, emotive e sociali del bersaglio, al fine di identificarne le vulnerabilità su cui costruire l'operazione. È l'analisi sul "terreno umano", una vera e propria ricognizione. Vengono mappati i tratti psicologici, individuati i punti deboli, valutate le dinamiche emotive e compresa la cornice sociale, così da poter prevedere le reazioni.

Genericamente, i narratori Q usano una retorica manichea, dividendo il mondo fra "buoni" e "cattivi", "ordine naturale" e "Cabala" o "Deep State". Questa cornice comunicativa è estremamente resistente anche davanti a contraddizioni evidenti, perché si radica in funzioni elementari del sistema binario umano, nella sua psicofisiologia e nella necessità di semplificare per poter comprendere la realtà. Quando si offre una lettura preconfezionata, tutto diventa più facile. I narratori manifestano quasi sempre un bisogno di affermare un certo status sociale, come quello di essere un "rivelatore" della verità gnostica o nascosta dietro la realtà, ponendosi dunque come sentinelle dotate di intuizioni uniche, a tratti eroiche, con il compito di mettere in guardia la massa di popolazione che è vista come "addormentata".

Emergono con chiarezza, qui, i bias cognitivi, ovvero le distorsioni sistematiche del pensiero, che portano la mente umana a giudicare o prendere decisioni in modo non pienamente razionale, spesso basandosi su scorciatoie mentali, euristiche, emozioni e schemi preesistenti, piuttosto che su analisi logiche ed obiettive dei fatti. È come un errore di fabbrica del cervello.

Ci sono diversi tipi di bias cognitivi:

Confirmation bias → cercare e dare più peso alle informazioni che confermano ciò che già si crede.

Anchoring bias → affidarsi troppo alla prima informazione ricevuta ("ancora") quando si prende una decisione.

Availability heuristic → valutare la probabilità di un evento in base a quanto facilmente viene in mente un esempio.

Bandwagon effect → adottare opinioni o comportamenti solo perché lo fanno molti altri.

Negativity bias → dare più peso alle informazioni negative rispetto a quelle positive.

Nel cognitive warfare, i bias sono bersagli strategici: gli attori ostili li sfruttano per orientare percezioni e decisioni, la propaganda li attiva per rendere più persuasivi i messaggi e la disinformazione li amplifica.

I narratori Q tendenzialmente giocano su pregiudizi di conferma, con cui cercano attivamente e interpretano erroneamente i dati per convalidare la propria visione del mondo, ma anche su pregiudizi di attribuzione ostile, presumendo intenzioni maligne da parte di tutti gli attori delle istituzioni, talvolta in maniera drammaticamente patologica, ed anche una chiara perseveranza delle convinzioni, mantenendo convizioni fondamentali anche quando le prove sono dimostrate false.

Bisogna poi ragione su tattiche, tecniche e procedure. C'è un ciclo sistematico nei narratori Q che viene messo in atto e che si può dividere in quattro fasi distinte:

Fase 1: inquadratura dell'avversario: il narratore Q identifica e isola un'entità bersaglio (ad esempio la "cricca bancaria" o la "lobby gay"), ed attribuisce una minaccia malvagia ed esistenziale all'agenda dell'entità impiegando un linguaggio disumanizzante e demonizzante per predisporre il pubblico all'ostilità.

Fase 2: cooptazione narrativa: in quanto abile manipolatore, il narratore Q alimenta le legittime preoccupazioni dell'opinione pubblica (ad esempio l'instabilità del sistema finanziario, i dibattiti sociali) per utilizzarle come vettore della sua disinformazione, prendendo magari la credibilità di personaggi politici di alto profilo, come politici o influencer, ed inserendoli nella sua narrazione come protagonisti-salvatori.

Fase 3: fabbricazione e amplificazione: il narratore Q diffonde "prove" fabbricate o materialmente alterate (video manipolati, infografiche false, immagini photoshoppate) per dare sostanza alle sue affermazioni, spesso sfruttando un ecosistema a circuito chiuso di siti web e canali social marginali che si rafforzano a vicenda diffondendo la stessa disinformazione, creando una camera di risonanza che convalida il contenuto per i consumatori delle distorsioni informative.

Fase 4: radicamento del pubblico: il narratore Q utilizza un linguaggio carico di significato per coltivare una dinamica di appartenenza al gruppo ("Patrioti", "Risvegliati") contro il gruppo esterno ("Pecore", "Nemici"), favorendo la dipendenza mantenendo uno stato perpetuo di crisi imminente o di salvezza, che garantisce il coinvolgimento continuo del pubblico. Frasi come "sta arrivando" o "fidati del piano" sono litanie all'ordine del giorno, rimandando continuamente i famigerati eventi rivoluzionari che dovrebbero cambiare il mondo. Ogni ritardo rientra però in una sorta di aggiustamento del piano, così che il narratore Q ne esce avendo sempre ragione, minimizzando il fallimento delle sue previsioni.

La dimensione oracolare, infatti, non deve venire meno. Il narratore Q è un profeta, e questo è ciò che lo rende "diverso" dagli altri informatori. È questo il centro di gravità (COG) attorno a cui si gioca la credibilità del soggetto.

Il COG è l'elemento, la capacità o la risorsa chiave da cui il bersaglio trae il proprio potere riconosciuto dai suoi seguaci. Il termine viene dalla teoria militare di Carl von Clausewitz, che lo definiva come «la fonte di forza, la cosa da cui tutto dipende». Nel dominio cognitivo, invece di parlare di basi militari o alleanze, si parla di valori condivisi, narrazioni centrali, figure carismatiche, reti di fiducia, sistemi informativi cruciali

Identificare il COG significa trovare il bersaglio prioritario, che, se protetto, garantisce resilienza contro la propaganda e la manipolazione, se invece è attaccato mina la stabilità del gruppo. È difficile che un narratore cambi il proprio COG, anche quando vi è la necessità di modificare repentinamente alcuni aspetti della propria narrazione, preferendo il sacrificio di alcuni aspetti comunicativi o di parti sacrificabili, ma mai del proprio COG.

Queste piccole nozioni di manipolazione e guerra cognitiva sono solo alcune delle numerose tecniche usate da questi narratori di un sedicente "nuovo mondo finanziario" che, di nuovo, non ha niente.

 strategic-culture.su