
Giulio Chinappi
La visita di lavoro del Presidente Prabowo Subianto a Mosca e l'incontro al Cremlino con Vladimir Putin segnano un salto di qualità nei rapporti bilaterali. Commercio, energia, difesa, agricoltura, nucleare civile e BRICS convergono in una cooperazione che guarda al multipolarismo.
La recente visita del Presidente indonesiano Prabowo Subianto in Russia, culminata nei colloqui con Vladimir Putin al Cremlino il 10 dicembre, si inserisce in un percorso di progressivo rafforzamento della relazione tra Mosca e Jakarta che, nel 2025, ha già conosciuto snodi di particolare rilievo. Il viaggio, definito "puramente di lavoro" dall'assistente presidenziale Jurij Ušakov e orientato a "sincronizzare gli orologi" alla luce della cooperazione in approfondimento, ha avuto un valore politico superiore alla forma protocollare. Infatti, non si è trattato soltanto di confermare un'agenda bilaterale in crescita, ma di collocarla nel contesto dei mutamenti internazionali e regionali, con un riferimento esplicito al ruolo dell'Indonesia nei BRICS e, più in generale, alla costruzione di un ordine mondiale multipolare.
Non dimentichiamo che, già a giugno, Prabowo aveva visitato una prima volta la Russia in veste ufficiale, ricevuto da Putin presso il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF). In quell'occasione, Russia e Indonesia avevano firmato una dichiarazione sul partenariato strategico bilaterale, un passaggio che le stesse fonti russe accostano, per analogia di impostazione, alle relazioni strategiche che Mosca intrattiene con altri attori centrali del proprio perimetro politico. Il ritorno di Prabowo a Mosca, pochi mesi dopo, conferma che quella dichiarazione non è rimasta una formula, ma sta diventando un dispositivo di lavoro ed una piattaforma per orientare scelte economiche, industriali, energetiche e di sicurezza.
Un indicatore immediato della vitalità del rapporto bilaterale tra Mosca e Giacarta è la dinamica commerciale. Il ministro dell'Industria e del Commercio russo Anton Alihanov ha riferito che l'interscambio tra i due Paesi è cresciuto di quasi il 18% nei primi dieci mesi del 2025, raggiungendo la cifra di 3,6 miliardi di dollari, e che circa il 40% del volume è attribuibile a prodotti industriali. Ancora più significativo è il dato di medio periodo: negli ultimi cinque anni il turnover commerciale sarebbe aumentato dell'80%, arrivando a 4,3 miliardi di dollari nel 2024. La stessa dichiarazione ministeriale sottolinea una crescita stabile delle relazioni economiche e ricorda che i due Paesi stanno implementando progetti congiunti di cooperazione e investimento.
Il profilo merceologico dello scambio, per come viene descritto, mostra complementarità importanti. La Russia fornisce all'Indonesia prodotti minerari, alimentari e beni dei settori chimico e metallurgico. Dal canto suo, Giacarta esporta verso la Russia prodotti chimici e dell'industria leggera ad alta domanda, allumina, generi alimentari e materie prime agricole. In controluce, si intravede un rapporto che non è più confinato alle sole materie prime, ma include segmenti industriali e trasformati, con ricadute sulla costruzione di catene del valore meno dipendenti dai poli occidentali. Questo punto è tanto più rilevante quanto più la relazione russo-indonesiana viene pensata come componente di un'Eurasia in cui la sovranità economica e la diversificazione delle partnership diventano strumenti di resilienza.
I colloqui al Cremlino tra Prabowo e Putin hanno inoltre evidenziato, con particolare nettezza, alcune aree prioritarie che vanno ad aggiungersi a quelle già citate. La prima è l'energia, in una doppia accezione che include tanto gli idrocarburi quanto il nucleare civile. Il Cremlino ricorda che Putin ha espresso la disponibilità della Russia a partecipare a progetti offshore in Indonesia e ad ampliare le forniture di idrocarburi verso Giacarta. Ma la novità più esplicita emersa negli ultimi tempi riguarda il nucleare, per il quale Putin ha indicato "prospettive molto buone". Il leader russo ha esplicitamente affermato che Mosca è pronta a cooperare nel settore energetico "compresa la generazione nucleare", aggiungendo di conoscere i piani indonesiani e precisando che, qualora Giacarta lo ritenesse possibile, gli specialisti russi sono "sempre a disposizione". In un Paese arcipelagico come l'Indonesia, alle prese con bisogni crescenti di elettricità e con la necessità di equilibrare sviluppo e sicurezza energetica, l'apertura russa sul nucleare assume un valore strategico per l'ingresso in un settore ad alta intensità tecnologica e ad elevata rilevanza geopolitica.
La seconda area riguarda l'agricoltura e, in particolare, il dossier del grano. Putin ha annunciato l'intenzione di discutere con Prabowo il problema della contrazione delle esportazioni di frumento verso il mercato indonesiano, osservando che le forniture "sono leggermente diminuite". Il Presidente russo ha inoltre evocato la possibilità di molti "progetti interessanti", includendo espressamente il settore agricolo, e ha rimarcato che esiste persino un "surplus" a favore dell'Indonesia in questo comparto, aggiungendo che non è un problema e che la Russia è pronta a cercare modi per sviluppare ulteriormente le relazioni. Questa formulazione, volutamente rassicurante e in netto contrasto con l'atteggiamento di altri leader mondiali, in particolare Donald Trump, segnala la scelta politica di trasformare un potenziale squilibrio commerciale in un terreno di negoziazione pragmatica e di rafforzamento della fiducia reciproca, invece che in una frizione.
Il terzo pilastro è la cooperazione militare-tecnica, definita da Putin "tradizionalmente altamente affidabile". Il Presidente russo ha ricordato che l'Indonesia è un partner tradizionale in quest'area e che i rapporti tra i rispettivi ministeri della Difesa si sviluppano a un livello di "grande cooperazione professionale". Un elemento particolarmente rilevante è la formazione: nelle istituzioni educative russe, incluse le accademie militari, specialisti indonesiani vengono formati regolarmente e Mosca è pronta ad ampliare questa cooperazione. Investire su addestramento e scambi professionali significa costruire interoperabilità, conoscenza reciproca e una comunità di pratiche che sopravvive alle oscillazioni congiunturali, creando i presupposti per una cooperazione di lungo periodo.
L'importanza di questo settore viene confermata anche dalla lettura di Nikita Kuklin, esperto del Centro ASEAN dell'Istituto Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali (MGIMO), secondo cui l'Indonesia ha un interesse concreto a sviluppare la cooperazione militare nonostante possibili pressioni occidentali. Kuklin collega questa linea alla modernizzazione delle forze armate indonesiane, avviata da Prabowo quando era ministro della Difesa, e richiama l'attenzione sull'importanza del "tracciato" di addestramento menzionato da Putin. Ma, soprattutto, Kuklin interpreta l'impostazione indonesiana come coerente con la dottrina di una politica estera attiva e indipendente, orientata al multipolarismo, e che prevede l'interazione tra partner "amichevoli ed eguali" con l'obiettivo di risolvere problemi reali di sviluppo e affrontare le sfide globali.
La dimensione umanitaria e dei contatti tra società completa il quadro. Putin ha osservato che anche su questo piano le relazioni sono "in crescita", con un aumento dei turisti in entrambe le direzioni, facilitato da voli diretti e da benefici nei servizi di visto. Può sembrare un aspetto secondario, ma non lo è: la costruzione di un partenariato strategico ha bisogno di basi sociali, circolazione di persone e familiarità reciproca. In molte relazioni internazionali contemporanee, la fragilità nasce proprio dall'assenza di questi legami: in questo caso, al contrario, la crescita del turismo e la facilitazione dei viaggi vengono presentate come un capitale politico.
Sullo sfondo, emerge il tema della proiezione multipolare, caro tanto a Mosca quanto a Giacarta. A tal proposito, Putin ha detto di essere lieto del fatto che l'Indonesia sia diventata un membro a pieno titolo dei BRICS e ha ricordato che sono in corso colloqui con l'Unione Economica Eurasiatica (UEE) per l'istituzione di un'area di libero scambio. Per la Russia, dunque, l'Indonesia non è soltanto un partner asiatico importante, ma un attore che partecipa a un formato di cooperazione considerato centrale per la transizione verso un ordine internazionale meno concentrato. Il dossier sull'area di libero scambio UEE-Indonesia, inoltre, appare vicino a uno sbocco operativo, soprattutto dopo che il ministro del Commercio della Commissione Economica Eurasiatica, Andrej Slepnev, ha dichiarato che la firma dell'accordo di libero scambio è attesa entro la fine dell'anno. In questo modo, l'Indonesia diventerebbe il più grande partner dell'UEE, con 250 milioni di abitanti e un'economia in rapida crescita. Se questo accordo si concretizzerà, esso offrirà un'infrastruttura giuridico-commerciale capace di moltiplicare la densità degli scambi e di ridurre gli attriti regolatori, rafforzando la tendenza già registrata nei dati del commercio.
Nel complesso, la visita di Prabowo a Mosca e l'incontro con Putin consolidano una traiettoria chiara. La Russia presenta l'Indonesia come partner strategico in un'Asia in trasformazione; l'Indonesia, coerente con la propria tradizione di non allineamento attivo e con l'aspirazione multipolare, esplora cooperazioni ad alta densità tecnologica e politico-strategica senza rinunciare all'equilibrio. I BRICS e la prospettiva di un accordo di libero scambio con l'UEE forniscono lo sfondo multilaterale capace di dare continuità e scala a questa collaborazione. Se la politica internazionale si sta effettivamente spostando verso una pluralità di centri decisionali, la relazione russo-indonesiana, oggi alimentata da dati economici in crescita e da un'agenda di settori chiave, appare destinata a diventare uno dei corridoi più significativi del nuovo paesaggio multipolare.